Blocca la vettura di una donna incinta che deve recarsi dal medico: condannato per violenza privata

Impossibile ridimensionare la gravità dell’episodio, soprattutto perché il parcheggio incriminato ha bloccato la vettura di proprietà della donna incinta che proprio per questo ha dovuto rinunciare alla programmata visita medica

Blocca la vettura di una donna incinta che deve recarsi dal medico: condannato per violenza privata

Vale una condanna per violenza privata il parcheggiare la propria automobile in modo tale da bloccare il veicolo di un’altra persona e impedire per ben quarantacinque minuti a quest’ultima di spostarsi col proprio mezzo. Inequivocabile, secondo i giudici, il comportamento tenuto dall’uomo sotto processo. Impossibile ridimensionare l’episodio, anche perché il parcheggio incriminato ha bloccato la vettura di proprietà di una donna incinta che proprio per questo ha dovuto rinunciare alla programmata visita medica. In linea generale, comunque, integra il delitto di violenza privata la condotta di colui che parcheggi la propria autovettura in modo tale da bloccare il passaggio alla persona offesa. Difatti, il requisito della violenza si identifica in qualsiasi mezzo idoneo a privare coattivamente la persona offesa della libertà di determinazione e di azione. E per parlare di violenza privata è sufficiente che l’energia fisica, comunque esercitata, sia idonea a coartare la volontà o la libertà di movimento della vittima, determinando una sua situazione di costrizione psicologica. E, comunque, nel concetto di violenza fisica alla persona, violenza avvertita come riprovevole dalla collettività, va ricompresa qualsiasi aggressione fisica ai beni più strettamente inerenti alla persona, quali la vita, l’integrità psicofisica e, come nella vicenda oggetto del processo, la libertà di movimento. (Sentenza 9957 del 9 marzo 2023 della Corte di Cassazione)  

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