Canile chiuso: è reato lasciare all’ingresso alcuni cuccioli e andare via senza attendere l’apertura della struttura
Decisiva una constatazione: i piccoli quadrupedi sono stati per mezz’ora, fino all’apertura della struttura, senz’acqua né cibo, sotto il sole e alla presenza di alcuni cani randagi potenzialmente pericolosi

Catalogabile come abbandono di animali il lasciare alcuni cuccioli di cane all’ingresso di un canile pubblico chiuso. Decisiva, secondo i giudici, la constatazione che i piccoli quadrupedi siano stati per mezz’ora, fino all’apertura della struttura, senz’acqua né cibo, sotto il sole e alla presenza di alcuni cani randagi potenzialmente pericolosi. Proprio il ridotto arco temporale tra il deposito materiale della scatola contenente i cuccioli e l’apertura del canile può, però, testimoniare la non particolare gravità dell’episodio, tanto da rendere plausibile il riconoscimento della non punibilità. I magistrati sottolineano che le immagini tratte dal sistema di videosorveglianza collocate innanzi al cancello del canile non attestano alcuno sforzo di contatto della persona con i gestori del canile, essendosi essa limitata ad aprire il cofano della propria automobile e a prelevare lo scatolone con i cinque cuccioli, scatolone che veniva poi poggiato accanto al muro di confine del canile ancora chiuso. A fronte di tale quadro, nessuna rilevanza assume la proprietà dei cuccioli, mentre ciò che conta è il potere di fatto esercitato sugli animali. Difatti, il reato di abbandono di animali è addebitabile non solo al proprietario» ma anche a chiunque detenga, anche solo occasionalmente, l’animale. Impossibile, quindi, parlare di consegna di animale - randagio o di proprietà - al canile comunale, poiché, in realtà, si è appurato che la persona sotto processo non ha consegnato i cuccioli ai responsabili del canile ma li ha lasciati all’ingresso della struttura ancora chiusa. (Sentenza 9202 del 6 marzo 2023 della Corte di Cassazione)