Condannato l’uomo che abusa dell’ex fidanzata nonostante la relazione sia finita da tempo
La decisione dei giudici d'appello, confermata dalla Corte di Cassazione, ha stabilito la responsabilità penale dell'uomo con una pena di tre anni e quattro mesi di reclusione. È stata riconosciuta l'aggravante relativa agli abusi sessuali commessi contro una persona con cui il colpevole ha avuto una relazione.
Nel caso in esame, un uomo è stato accusato dall'ex fidanzata di aver commesso abusi sessuali in un luogo isolato dopo averla portata in macchina. La Corte di merito ha condannato l'uomo basandosi principalmente sul racconto della vittima, ritenendolo colpevole di violenza sessuale, aggravata dal legame affettivo che li univa da tre anni. La pena dell'uomo è stata ridotta in appello a tre anni e quattro mesi di reclusione.
Il ricorso presentato in Cassazione mira a contestare la credibilità della testimonianza della donna, focalizzando l'attenzione sull'interesse della stessa nell'ottenere giustizia, nonostante avesse ritirato le accuse dopo essere stata risarcita integralmente. La difesa mostra le contraddizioni nelle dichiarazioni della donna, suggerendo che il suo intento potrebbe non essere stato coerente. Inoltre, si fa notare che la querela della donna potrebbe derivare dal risentimento per la conclusione della loro relazione.
Il legale sottolinea che le circostanze in cui si sarebbe consumata la presunta violenza non corrispondono a un rapporto coercitivo, poiché si presumeva fosse consensuale. Si evidenziano anche elementi che indicano il desiderio della donna di riavvicinarsi all'uomo nonostante la relazione altalenante tra loro.
La Corte di Cassazione, tuttavia, ritiene che non sussistano motivi validi per dubitare della testimonianza della vittima, confermando così la condanna stabilita in appello per violenza sessuale. La relazione passata tra l'uomo e la donna viene considerata un elemento rilevante nell'aggravante della pena, in conformità con il Codice Penale. Inoltre, l'uso di un coltello da parte dell'uomo durante il presunto atto contribuirebbe a rendere ancora più grave la situazione, considerando le condizioni intimidatorie in cui avrebbe agito.
La sentenza finale conferma quindi la colpevolezza dell'uomo per i reati di violenza sessuale e sottolinea l'importanza della relazione sentimentale precedente con la vittima (Cas. n. 39970 del 30 ottobre 2024).