Il corteggiatore ossessivo può essere condannato per stalking
Inequivocabile la lettura da dare ai comportamenti tenuti da un uomo nei confronti di una donna

Va catalogato come stalking un corteggiamento ossessivo e sgradito alla persona destinataria di frasi d’amore, disegni romantici e testi di canzoni, ovviamente a sfondo sentimentale. A salvare l’uomo sotto processo, nel caso specifico, è la non imputabilità per vizio totale di mente. Per i giudici, però, è chiara la lettura da dare ai comportamenti da lui tenuti nei confronti della donna destinataria delle sue ossessive attenzioni. Respinta la tesi difensiva, mirata a ridimensionare la condotta presa in esame a mera molestia. I giudici precisano che deve ravvisarsi il delitto di atti persecutori in presenza di condotte molestatrici idonee a cagionare nella vittima un perdurante e grave stato di ansia ovvero l’alterazione delle proprie abitudini di vita mentre sussiste il reato di disturbo alle persone quando le molestie si limitino ad infastidire la vittima. In questa ottica sono inequivocabili i dati di fatto venuti alla luce. Indicativo il fatto che la donna avesse timore anche solo di incontrare l’uomo e che fosse realmente provata dalla condotta da lui posta in essere, tanto da chiedere l’intervento di suo padre, e, infine, che fosse stata costretta ad allontanarsi dal proprio luogo di lavoro con una collega. (Sentenza 32813 del 6 settembre 2022 della Corte di Cassazione)