Inaccettabile il diniego di indossare la mascherina in piena pandemia
Impossibile, secondo i giudici, ritenere non grave, e quindi non punibile, la condotta tenuta dal militare
Colpevole di disobbedienza – con pena fissata in quaranta giorni di reclusione – il militare che durante il servizio, in più occasioni, si è rifiutato di indossare la mascherina di protezione individuale, nonostante si fosse in piena pandemia da Covid-19. Evidente, secondo i giudici (sentenza 33371 del 3 settembre 2024 della Cassazione), la gravità della condotta tenuta dal militare, il quale era stato sollecitato, con ordini legittimi, a indossare la mascherina, anche perché il servizio a lui affidato veniva svolto anche in luoghi chiusi ed in presenza di altri soggetti, e ciò depone per la particolare rilevanza del diniego. Respinta la linea difensiva, mirata a dimostrare la difficoltà individuale del militare a tenere il dispositivo. Su questo fronte i giudici osservano che tali difficoltà non furono nemmeno riferite al momento dei fatti e dunque non fu possibile accertarle nella immediatezza. All’epoca, difatti, non fu esibita alcuna certificazione medica che documentasse rischi, dovuti all’utilizzo della mascherina, per la salute del militare. E, comunque, aggiungono i giudici, non è in discussione l’effettiva o meno utilità della mascherina per il contenimento del virus, bensì la palese legittimità di un ordine, cioè indossare il dispositivo anti Covid-19, che è stato reiteratamente violato. Difatti, in questa ottica, è irrilevante anche il richiamo ai presunti dubbi sulla conformità della mascherina alla normativa europea Per quanto concerne il tema centrale, ossia la legittimità dell’ordine e la sua inerenza al servizio affidato al militare, i giudici osservano che, all’epoca, le disposizioni generali in tema di prevenzione dal rischio di diffusione della pandemia erano state ribadite con disposizioni interne dell’amministrazione militare. Pertanto, l’ordine di indossare il dispositivo di protezione era frutto di valutazioni operate dall’amministrazione militare ed era indubbiamente inerente al servizio, integrando una modalità essenziale del suo svolgimento, imposta da esigenze di prevenzione del contagio. Impossibile, poi, chiariscono i giudici, ritenere non grave, e quindi non punibile, la condotta tenuta dal militare. Su questo fronte, difatti, sono decisivi i riferimenti al contesto pandemico, utili a far comprendere la gravità complessiva della condotta di disobbedienza del militare. Non perché dalla omessa tenuta della mascherina potessero derivare drammatiche conseguenze, ma perché la serietà del contesto storico di riferimento avrebbe dovuto imporre un maggior senso di responsabilità al militare destinatario dell’ordine, che, invece, in più occasioni lo ha disatteso.