Maestra condannata per le ingiurie e le minacce verso i piccoli alunni

Sacrosanto parlare di maltrattamenti. Impossibile ridimensionare i fatti e catalogarli come abuso dei mezzi di correzione

Maestra condannata per le ingiurie e le minacce verso i piccoli alunni

Violenze fisiche e violenze verbali – cioè ingiurie e minacce – ai danni dei piccoli alunni di una scuola materna non possono mai essere catalogate come frutto di un eccessivo e sproporzionato ricorso, da parte dell’insegnante, ai cosiddetti mezzi di correzione. Sacrosanto, perciò, parlare di veri e propri maltrattamenti. Definitiva, nel caso specifico preso in esame dai giudici, la condanna di una maestra, inchiodata da un quadro probatorio solido che poggia, tra l’altro, sulla lettera e sulle testimonianze dei genitori, oltre che sulle manifestazioni psicologiche reattive di almeno alcuni bambini suoi allievi. Impossibile, secondo i giudici, ipotizzare un mero abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, abuso che consiste nell’uso non appropriato di metodi, strumenti e, comunque, comportamenti correttivi od educativi, in via ordinaria consentiti dalla disciplina generale e di settore nonché dalla scienza pedagogica, quali, a mero titolo esemplificativo, l’esclusione temporanea dalle attività ludiche o didattiche, l’obbligo di condotte riparatorie, forme di rimprovero non riservate. Su questo fronte i giudici chiariscono che l’uso di determinati metodi poco ortodossi deve ritenersi appropriato, quando ricorrano la necessità dell’intervento correttivo, in conseguenza dell’inosservanza, da parte dell’alunno, dei doveri di comportamento su di lui gravanti. Perciò, qualsiasi forma di violenza, invece, sia essa fisica che psicologica, non costituisce mezzo di correzione o di disciplina, neanche se posta in essere a scopo educativo. E qualora di essa si faccia uso sistematico, quale ordinario trattamento del minore, la condotta non rientra nella fattispecie di abuso dei mezzi di correzione, bensì in quella di maltrattamenti. Tirando le somme, l’abuso di mezzi di correzione o di disciplina, qualora sistematico e tale da determinare all’interno della classe un regime di abituale prevaricazione in danno degli alunni e di una loro afflizione, integra il più grave delitto di maltrattamenti. (Sentenza 46294 del 12 dicembre 2022 della Corte di Cassazione)

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