Minaccia e molesta l’ex moglie: condannato anche se la donna è ormai abituata
L’indifferenza mostrata dalla donna alle minacce proferite nei suoi confronti non può rendere meno grave l’esecrabile comportamento tenuto dall’uomo

Sacrosanta la condanna dell’uomo che minaccia e molesta l’ex moglie. Irrilevante il fatto che quest’ultima sia ormai assuefatta ai comportamenti dell’ex marito. In sostanza, l’indifferenza mostrata dalla donna alle minacce proferite nei suoi confronti dall’ex coniuge non può rendere meno grave l’esecrabile comportamento tenuto dall’uomo. In premessa, i giudici sottolineano, facendo riferimento all’accusa concernente le minacce proferite dall’uomo all’indirizzo dell’ex moglie, che non è necessario che il turbamento psichico si verifichi in concreto e, quindi, che la persona offesa si senta effettivamente intimidita mentre è sufficiente che la minaccia sia anche solo potenzialmente idonea a cagionare effetti intimidatori sul destinatario. Ragionando in questa ottica, poi, e prendendo in esame la vicenda, i giudici pongono in rilievo l’entità del turbamento psichico sopportato dalla donna e determinato dai provati atti intimidatori posti in essere dall’uomo, da un lato, e il tenore delle espressioni verbali utilizzate dall’uomo e il contesto in cui tali condotte sono state poste in essere, anche di notte e in presenza di figli minori e per mano di un soggetto gravato da plurime dipendenze, dall’altro. Irrilevante, perciò, il riferimento difensivo a una presunta assuefazione della donna ai comportamenti tenuti dall’ex marito. (Sentenza 5222 del 6 febbraio 2023 della Corte di Cassazione)