Stalking sull’ex compagna: confermato il divieto di avvicinamento anche se da tempo non vi è più convivenza
Necessario però che vi siano elementi che in concreto depongono per una perdurante frequentazione del soggetto di quel domicilio domestico anche in maniera occasionale o che consistono nel violento ripristino della situazione di condivisione del domicilio

Legittimo il provvedimento con cui si impone all’uomo indagato per stalking il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa - nel caso specifico, la sua ex compagna -. Irrilevante, chiariscono i giudici, il fatto che non vi sia più convivenza tra l’uomo e la donna. I giudici precisano che può ritenersi che allorquando la convivenza, intesa come coabitazione già esistita, non sia più in atto, ma sussistano degli elementi in concreto che depongono per una perdurante frequentazione del soggetto di quel domicilio domestico anche in maniera occasionale (nel caso di specie, l'indagato aveva dormito una sera a casa della donna) o che consistono nel violento ripristino della situazione di condivisione del domicilio (nel caso di specie, l'indagato era più volte entrato nella casa della persona offesa, anche quando quest’ultima si era recata in Questura per denunciare l'accaduto), allora appare corretto ravvisare anche l'ulteriore presupposto che legittima l'allontanamento da una casa che l’uomo continua a frequentare, anche contro la volontà della donna con cui ha intrattenuto la relazione. (Sentenza 4572 del 2 febbraio 2023 della Corte di Cassazione)