Si piazza all’ingresso della casa della madre: figlio condannato per violazione di domicilio

L’uomo ha chiesto insistentemente di entrare, nonostante il rifiuto ricevuto, e poi ha preso a calci la porta della casa con tale violenza da riuscire a scardinarla

Si piazza all’ingresso della casa della madre: figlio condannato per violazione di domicilio

Condannato per violazione di domicilio il figlio che si piazza all’ingresso dell’appartamento della madre, chiedendo insistentemente di entrare, nonostante il rifiuto ricevuto, e arriva poi a prendere a calci la porta della casa con tale violenza da riuscire a scardinarla. A fronte dell’episodio, verificatosi nel contesto di un palazzo, i giudici sottolineano che l’uomo si è trattenuto, contro la volontà della donna, in uno spazio che fa parte dell’appartamento, poiché ne costituisce l’accesso. Respinta la linea difensiva, mirata a sostenere che l’uomo non è riuscito a entrare nell’abitazione della madre e che il danneggiamento della porta è intervenuto in un secondo momento e non è collegabile all’intenzione di entrare di forza nella casa. Per i giudici, difatti, sono fondamentali le dichiarazioni rese dalla persona offesa e da un sovrintendente di Polizia nonché quanto documentato nel verbale di arresto. In sostanza, emerge che l’uomo, al fine di accedere nell’abitazione contro la volontà della madre, ha sferrato dei calci con cui ha scardinato la porta, e ciò significa, secondo i giudici, che il danneggiamento è avvenuto contestualmente alla violazione di domicilio. I magistrati tengono poi a sottolineare l’avvenuta consumazione del reato di domicilio. Su questo punto, difatti, a prescindere dall’effettivo forzato ingresso dell’uomo nella casa della madre, non si può ignorare che egli si è trattenuto contro la volontà della donna in uno spazio che faceva parte dell’appartamento di lei, costituendone l’accesso, e negli spazi immediatamente antistanti all’ingresso dell’abitazione. Questo dettaglio è fondamentale poiché, chiariscono i giudici, Codice Penale alla mano, è prevista tutela non solo per l’inviolabilità dell’abitazione e dei luoghi di privata dimora, ma anche per le loro appartenenze, intendendosi per tali quei luoghi caratterizzati da uno stretto rapporto di funzionalità, servizio o accessorietà con l’abitazione, ancorché non costituenti con questa un corpo unico. Di conseguenza, il pianerottolo antistante l’abitazione e su cui si apre la soglia della casa ne costituisce appartenenza, anche se al servizio di tutti i condòmini. Di conseguenza, commette il delitto di violazione di domicilio chi si introduce, all’interno di un edificio, sul pianerottolo e avanti alla soglia dell’abitazione di uno dei condòmini avente, come gli altri, diritto di escludere l’intruso. (Sentenza 7219 del 20 febbraio 2023 della Corte di Cassazione)

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